

Mi ritrovo nel silenzio di un edificio abbandonato, avvolto dalla polvere dei ricordi e dalle ombre del passato
È qui che mi imbatto in una macchina americana, una volta fiera e possente, ora ridotta a una carcassa di metallo arrugginito. Il suo respiro affannoso sembra narrare storie di tempi migliori, di viaggi senza fine e di sogni infranti.
Con me c’è Francesca, passeggera complice perfetta della mia immaginazione, ogni movimento del suo corpo è poesia.
In questo luogo si viene per viaggiare anche stando fermi, con una mente sempre aperta verso mondi interiori sconosciuti, pronti ad essere esplorati e interpretati in ogni luogo in cui la mia fantasia desidera viaggiare, e chi viene ad Anthonyland lo fa con me.